sabato 18 maggio 2019

Acquisto del Nautilus


Con questo articolo vorrei descrivere come si presentava un battello pneumatico Nautilus al momento dell’acquisto.
Immaginiamo di ritornare indietro nel tempo, al 1965, la Pirelli aveva un ricco catalogo dedicato alla nautica che si poteva reperire attraverso i rivenditori autorizzati, non solo negozi di nautica, ma anche rivenditori i di attrezzature da campeggio e tempo libero.
Al momento dell’acquisto il battello veniva consegnato in un pratico sacco di PVC di colore blu di diverse dimensioni in base al modello Nautilus scelto, poteva contenere non solo il canotto ripiegato ma anche gli accessori quali il pagliolato e i remi smontabili.
Uno dei modelli che ha avuto maggior diffusione commerciale è il Nautilus modello F, un comodo canotto a due posti lungo esternamente 205 cm per 90 di larghezza.  Il suo sacco custodia di contenimento era un cilindro di 55 cm di altezza per un diametro di 30.
La dotazione prevedeva  il canotto. Un kit di riparazione costituito da 4 pezze di lattice arancione  del diametro di 7 cm e 4 del diametro di 5 cm, oltre a un tubetto di colla per la gomma, un tappo della valvola supplementare e una valvola completa. Un semplice foglio di istruzioni in tutto in un contenitore cilindrico di cartone e alluminio. 

 I remi facevano parte degli accessori e venivano proposti o di legno denominati pagaia in quanto componibili utilizzabili soprattutto per le canoe o di alluminio, più piccoli, leggerissimi ma più adatti al trasporto in quanto smontabili in più sezioni.




Infine  la possibilità di acquisto del pagliolato interno, in due modelli specifici per categorie diverse di natante, questo rendeva il fondo del canotto estremamente robusto, stabile tanto da consentire di stare in pedi sul canotto e potersi tuffare .
Estratto da suo involucro si presentava con una piegatura cilindrica, con le derive esterne ripiegate all’interno ma con una piega dolce che assecondava la forma stessa. Srotolato si presentava infine piegato a libro sul lato più lungo con la pompa di gonfiaggio incorporata intera alla piegatura, se presente dopo averlo disteso occorreva inserire il pagliolato, usando una generosa quantità di borotalco per far scorrere bene il legno negli angoli del telo di fondo fra i tubolari laterali. 




 Poi si passava alla fase di gonfiaggio attraverso la pompa incorporata, il vero colpo di genio dell’intero piccolo natante, in quanto permetteva in qualsiasi momento di correggere la pressione interna anche in navigazione senza dover portare un gonfiatore esterno, rendendo il tutto veramente autonomo. L’operazione era un po’  lunga in quanto la pompa non poteva viste le dimensioni movimentare una grossa quantità di aria ad ogni passaggio , ma anche per non forzare troppo le spire di gomma alla massima estensione.


Negli accessori erano disponibili due tipo di soffietti esterni, per il gonfiaggio di materassini o canotti che non avevano la pompa incorporata, il primo era un cilindro di stoffa con un meccanismo a molla interno ed era denominato Soffietto modello E. Il secondo ricalcava la forma del soffietto incorporato del Nautilus ed era di gomma e alluminio, denominato Soffietto  S. Gonfiato alla giusta pressione e completato inserendo nelle scalmiere ad anello i remi, in nostro Nautilus era pronto per prendere il mare o il lago in piena sicurezza. Ricordo molti anni fa nella baia di Manacore in puglia, un pescatore di ricci di mare che ogni giorno si staccava dalla riva a bordo di un Nautilus D attrezzato con un mastello per contenere i ricci che pescava immergendosi, avendo già all’epoca la passione per questi  canotti gli chiesi perché utilizzasse proprio quel modello e non una barca magari rigida , mi rispose che tutte le mattine si recava li con la vespa, sul portapacchi dietro metteva il mastello vuoto e sulla pedana in mezzo alle gambe il sacco del Nautilus sgonfio, e faceva questa cosa da 20 anni!!! Oltre alla robustezza dell’oggetto in se non poteva rinunciare alla praticità. Come dargli torto.

sabato 3 novembre 2018

Una passione nata dai ricordi d’infanzia



Questo blog nasce da una passione alimentata da ricordi d’infanzia, è insolito e credo unico, ma oltre alle emozioni dei ricordi, vorrei diffondere e condividere quello che è stato il lavoro delle persone che in passato hanno progettato e costruito questi oggetti per incrementare la ripresa del lavoro in pieno dopoguerra inventandosi letteralmente un comparto nautico che mancava completamente nell’industria Italiana anteguerra e che con passione, tenacia e ingegno italiano nel corso degli anni ha generato un’industria della nautica da diporto e oggetti per le vacanze, la subacquea e derivati fino ad arrivare a livelli elevatissimi.

E’ una storia che pochi conoscono ma che ad alcune persone evoca ricordi degli anni 50/60 e che vorrei raccontare alle nuove generazioni, voglio farlo perché quando mi capita di far navigare alcuni di questi vecchi canotti, quando  li gonfio, li preparo sulla riva di un lago le persone si radunano vengono a guardare, mi chiedono, scattano fotografie e addirittura mi domandano dove si acquistano, e tutti mi dicono “ non ho mai visto niente di simile, sono bellissimi”.
Oggi un oggetto in PVC come un salvagente, una piscinetta o un canottino si acquistano un qualsiasi ipermercato sotto casa, multicolori, di qualsiasi forma a poco prezzo, un qualsiasi oggetto di plastica usa e getta senza un’anima costruito da un impianto industriale dove un PC con il click di un mouse comanda una macchina che sforna migliaia di pezzi . Osservare un Nautilus degli anni 50, costruito e incollato a mano, con materiali di qualità che ha resistito al passare del tempo e che è stato usato da almeno tre generazioni, ti fa capire che anche questi oggetti che appartengono al passato possono entrare di diritto a far parte di alcune icone riconosciute universalmente, come un Juke box, una Vespa, o un accendino Zippo.


Acquisto del Nautilus

Con questo articolo vorrei descrivere come si presentava un battello pneumatico Nautilus al momento dell’acquisto. Immaginiamo di rito...